Giro d’Italia 2017, Zakarin fa bella impressione sull’Etna

Il primo arrivo in salita del Giro d’Italia 2017 sorride a Ilnur Zakarin. Dopo i problemi delle prime tappe, con venti secondi concessi agli avversari, il capitano della Katusha – Alpecin è stato l’unico dei big a staccare gli avversari, recuperando quasi tutto il suo svantaggio. Giunto al traguardo a 19 secondi dall’ormai irraggiungibile Jan Polanc (UAE Team Emirates), il russo ha anticipato di dieci secondi il gruppo, accumulando inoltre sei preziosi secondi di abbuono, che a questo punto lo riportano quasi in parità con gli altri pretendenti alla generale. E pensare che prima dell’Etna è anche caduto malamente, dovendo inseguire per rientrare. Se Pavel Kochetkov deve tornare a casa con la clavicola rotta e Alberto Losada rischia molto per essersi dislocato la spalla, il capitano ne è uscito praticamente indenne, solo con qualche abrasione.

Una prestazione nel complesso che lascia il segno. Per la sua condizione che non sembrava in realtà così incoraggiante dopo un Giro di Romandia abbastanza anonimo, ma anche per il suo carattere da combattente. Siamo ancora lontani dalla conclusione, queste prime scaramucce non possono certo considerarsi verdetti, eppure ci permettono di valutare già alcune tendenze. Interessante vedere anche l’andamento della sua quota presso i bookmakers: alla partenza Zakarin si poteva giocare su Unibet a 26, mentre era uscito dalla Sardegna con una quota ancor più alta, 34. In questo modo appare ancor più netto il suo miglioramento, tanto che ora la sua quota è 19, sempre più vicino alla zona podio.

“Per me è stata una buona giornata – commenta dopo il traguardo – È stata una salita molto dura perché abbiamo avuto un forte vento frontale, che ha impedito ogni attacco. Alla fine ho provato a partire per recuperare qualche secondo in ottica classifica generale”.

Un risultato che fa sorridere la squadra, in pieno supporto al suo capitano. Dimitry Konyshev non ha mai nascosto la sua grande fiducia nel suo pupillo, che considera uno dei pochi al mondo in grado di conquistare un grande giro. “È importante per il morale, indubbiamente – spiega a cyclingnews – Ora può credere nelle sue gambe, sarà sicuramente più sicuro di sé. Sta bene, tutti hanno visto che sta bene. Sfortunatamente, non abbiamo preso la maglia. Se non fosse stato per quei venti secondi persi in Sardegna…”

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